Come una ferita aperta nel cuore dell’Isola, come un rasoio puntato alla gola svetta ancora inalterato l’edificio ligrestiano mai ultimato, ora di proprietà di Unipol Sai, che di recente ha annunciato di volerne fare una nuova sede del gruppo. Il suo futuro è dunque segnato, ma poteva andare diversamente?
Evidentemente sì, vista la mostra che sta per aprire all’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele II, dedicata ad un progetto di ri-uso pensato da un gruppo di studenti del Politecnico nell’ambito delle iniziative Ri-formare Milano della Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni – Laboratorio III anno dei Proff. Katia Accossato e Luigi Trentin.
Gli studenti hanno immaginato un edificio da destinare all’ospitalità, non tanto quella di lusso di cui si era vagheggiato in passato, quanto una offerta differenziata destinata a diverse tipologie di utenti, che prevede un Hotel con tutti gli spazi a servizio, un ostello o casa dello studente, degli spazi per l’accoglienza a lungo termine. Inoltre i progetti prevedono la realizzazione di uno zoccolo di circa due piani con funzioni pubbliche, aperte alla città e al parco di prossima costruzione, con spazi per conferenze, mostre, biblioteca, ristorante, ecc., una sorta di Casa di quartiere insomma come quella che si sta progettando di realizzare appena di fronte.
Troppo bello per essere vero? Certo solo un committente pubblico avrebbe potuto decidere di realizzare un progetto utile per la collettività piuttosto che ad uso esclusivo di interessi privati. Ma se di questi tempi i fondi comunali scarseggiano, i cittadini in qualche modo possono subentrare. Le piattaforme di crowdfunding rendono orami possibile la nascita di grandi progetti di design patecipato come quello del Luchtsingel a Rotterdam, un ponte interamente realizzato con i finanziamenti della collettività. O come quello dei Maori che in Nuova Zelanda si sono ricomprati una spiaggia. E i cittadini potrebbero riappropriarsi almeno in parte di questi spazi che da molti vengono vissuti come una sorta di esproprio di terreno pubblico al proprio quartiere. Meglio ancora se i progetti sono pensati da altri cittadini che saranno i futuri progettisti del mondo di domani.
Intanto può essere utile per trarre ispirazione visitare l’ Urban Center per vedere i disegni e i modelli creati durante il laboratorio e approfondire il concetto di Urban Recycling che racconta come si possano riprendere le fila di discorsi urbani interrotti, per riportarli tra gli elementi di costruzione delle città. La mostra sarà visitabile dal 13 al 22 luglio, da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 18.00, mentre una dettagliata anteprima è visibile sul sito di Urbanfile.