Uno spettro si aggira per l’Isola: lo spettro del mercato. Da mesi si rincorrono le voci su quale sarà la definitiva sede del mercato di Lagosta in seguito alla chiusura dei cantieri della M5, accompagnate da un dibattito infinito che accende molti animi. Adesso pare che la decisione finale sia stata presa: i banchi resteranno dove sono ora, ovvero lo spostamento provvisorio in via Pollaiuolo, Della Pergola, piazza Archinto diventerà definitivo.
Salvo ulteriori ripensamenti da parte dell’Assessorato al Commercio, e nonstante i cartelli apparsi di recente che annunciavano il ritorno del mercato in via Volturno, questo non tornerà nella sua sede originaria, come era stato preventivamente stabilito. Hanno pesato su questa decisione le pressioni degli abitanti della zona, che hanno subito per tanti anni il disagio della sporcizia e di restare bloccati in casa con la loro auto, e la considerazione che il rifacimento della via non consente più il posizionamento dei banchi con i relativi automezzi se non a prezzo di impedire la circolazione pedonale e ciclabile.
Il Consiglio di Zona 9 da parte sua aveva proposto con due delibere la ricollocazione del mercato nel tratto finale di viale Zara tra Sondrio e Lagosta, prevedendo di fatto la chiusura definitiva al traffico delle carreggiate centrali (lasciando invece aperti alla circolazione veicolare i due controviali), soluzione che non è stata ritenuta idonea dall’Assessorato dopo le opportune verifiche. Senza contare le proteste dei mercatali di cui chiunque frequenti il mercato ha sicuramente fatto esperienza.
Scartata anche l’ipotesi alternativa di trasferire tutto in via Taramelli (che oltretutto non si trova nenache in zona 9), non rimaneva che mentere i banchetti lì dove si trovano. Ma è veramente la soluzione migliore? Se Volturno e Zara non hanno spazi idonei pare difficile pensare che l’abbiano via della Pegola, Pollaiuolo e piazza Archinto. A maggior ragione dato che la riqualificazione del mercato richiedeva, nei disegni dell’assessorato e del CdZ9, la predisposizione di collonnine elettriche e un adeguato piano di raccolta differenziata (quindi di impianti stabili a terra) che difficilmente potranno trovare posto qui.
La realtà è che negli anni la questione si è trasformata in una sorta di guerra tra mercatali e residenti e, di conseguenza, tra i diversi uffici e organi della macchina amministrativa. Un vero peccato perché gli uni hanno bisogno degli altri e viceversa.
Ma davvero non si poteva risolvere in modo diverso? Negli ultimi anni il quartiere è stato letteralmente ribaltato e invaso dai cantieri: veramente nel piano complessivo non non si poteva prevedere un luogo adeguato per il mercato bisettimanale? Sono anche attivi da qualche mese dei tavoli di partecipazioni su altri temi di interesse pubblico, davvero non era ipotizzabile mettere tutti intorno a un tavolo e tentare di individuareuna soluzione condivisa?
Evidentemente no. Evidentemente era più semplice rivolgersi a degli acchiappafantasmi.