Approfittando della giornata quasi primaverile ieri abbiamo fatto un giro in uno dei pochi spazi verdi rimasti all’Isola, con la consapevolezza che stavamo nuovamente per farci del male: è per questo che si dice piangere come una fontana?
Ce lo chiediamo ormai da tempo: ma perché abbandonare al degrado uno dei luoghi di maggior fascino della nostra zona, quello splendido spazio a verde dietro la bellissima chiesa di Santa Maria Alla Fontana? Forse parlare di degrado è un tantino eccessivo, ma è innegabile che il luogo sia in generale oppresso da un clima triste e trasandato che lo rende poco invitante perfino per portarvi a giocare i bambini, benché i giochi non manchino di certo. Forse proprio per lo smaccato contrasto tra la chiesa e il suo contesto.
Se infatti il complesso è un autentico gioiello architettonico (nonostante sembri inequivocabile la lettura dei documenti degli anni 1508-09, che legano alla fabbrica il nome dell’Amadeo, altri artisti sono stati evocati come responsabili del progetto del santuario, dal Bramante al Bramantino, da Cristoforo Solari allo stesso Leonardo), il parchetto alle sue spalle si contraddidistingue per la ragione opposta: muri scrostati, pareti coperte da scritte e murales assai poco artistici, la cancellata arrugginita e danneggiata, il prato trascurato, e in generale poche persone in sosta o a passeggio. Perfino in una giornata di sole e di luce come quella di ieri.
E in fondo non servirebbero nemmeno grossi interventi: la copertura dei muri scrostati con un po’ di vegetazione, la piantumazione di qualche aiuola colorata, e perché non un progetto per la relizzazione di murales secondo il modello EscoAdIsola, che tanto ha contribuito a cambiare l’aspetto del tunnel di Garibaldi lato via Pepe lo scorso anno? Anche la programmazione di qualche iniziativa capace di animare il parco sarebbe utile per alleggerirne quell’aria vagamente stantia e decadente che aleggia d’intorno e rende così poco invitante una passeggiata fra i viali. E senza neanche scomodare progettisti olandesi o teorici del verde verticale che tanto vanno di moda oggigiorno.