Attraversiamo in un pomeriggio luminoso di luglio il grande cortile di via Borsieri 12 e varchiamo la soglia di un piccolo atelier: come d’incanto ci ritroviamo in un luogo quasi magico, oscuro, pieno di foto, disegni e strani oggetti, che sembrano sussurrare una una storia che vuole essere raccontata. Era il mondo di Enrico, ora è il mondo di Annalisa e dei ragazzi dell’Osservatorio Figurale, e questa è loro storia.
Pare un po’ come Alice nel paese delle Meraviglie Annalisa, con quell’aria trasognata tipica di chi cerca di volare alto seguendo una passione, ma che rimane profondamente legata ai suoi ricordi, a un luogo, a un progetto e ad una persona che non c’è più.
Quindici anni fa arrivava in un quartiere molto diverso da come lo vediamo oggi, quando ancora il sottopasso di via Pepe era grigio, spoglio e pericoloso e intorno aleggiava un’aria di abbandono. Pensava che l’Isola e quel laboratorio sarebbero stati una parentesi nella sua vita, invece ci è rimasta per anni, sempre con la matita in mano, seguendo le orme del suo maestro Enrico Lui, artista milanese che ha fondato l’Osservatorio con l’intento di creare una comunità di artisti che mettessero l’arte al servizio dell’uomo. Non un’accademia dove si impara a disegnare, ma un luogo in cui, confrontandosi con il corpo umano, si possano trovare nuove strade per parlare di sè, deggli altri e del mondo che ci circonda.
Tutto all’interno dell’atelier parla di lui e della sua passione, che si è trasferita ai suoi allievi e amici che ora ne hanno fatto un circolo Arci. Alcuni di loro non abitano neppure a Milano, ma continuano ad aiutare Annalisa nella gestione dei corsi e delle attività.
Ci piace perché è uno dei piccoli tesori dell’Isola, piccolo e nascosto e per questo ancora più prezioso.
Il sito dell’Osservatorio Figurale
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