Non veniteci a parlare di Settimana della Moda. Domenica si è chiusa una 5 giorni ricca di eventi che non sembrava nemmeno di stare a Milano. Protagonisti le piazze, i locali e la gente che ha invaso il quartiere, nonostante il maltempo e forse proprio per scaldarsi un po’ l’anima.
Serate piovose, di primavera fredda, che normalmente non invitano ad uscire, ma impossibile resistere al richiamo della musica proveniente dalla strada. Complice anche la luna piena che sbirciava da dietro i grattacieli, davvero la settimana scorsa potevamo credere di essere a Parigi o a New York: ogni sera concerti, nei locali, nei ristoranti, nelle piazze, tanta musica dal vivo, swing, jazz, bossanova, che ci ha trascinati fuori di casa e regalato un modo diverso di vedere scenari abituali, facendoci riconquistare i nostri spazi.
I musicisti, ospitati per lo più presso locali e ristoranti, erano quasi sempre rivolti verso l’esterno, la vetrina o direttamente la strada, per coinvolgere il pubblico anche solo di passaggio. E il Festival è bello proprio perché non ha la dimensione del grande evento alla milanese, dell’aperitivo glamour e dell’esserci a tutti i costi, ma il gusto discreto della quotidianità, della voglia di stare per strada in compagnia (fotografie di Martina e Gabriella).
Neanche il tempo di archiviare il Jazz Festival che un’altra iniziativa è pronta, alzata l’asticella è partito il Primo Festival delle libreria diffusa dell’Isola. Con l’auspicio finalmente di una giornata di sole, domenica 26 Maggio abbiamo partecipato a un bel pomeriggio letterario sul tema, a noi molto caro, “La città, il Quartiere e le sue trasformazioni attraverso gli occhi di un racconto”.
Tantissime persone in religioso silenzio – anche i cellulari tacevano – hanno assistito ad un’oretta abbondante di conversazioni sul tema, in una piazza Archinto limpida e assolata, con gli alberi a coprire i grattacieli. Per quello che, speriamo, potrà evolvere in un vero e proprio festival letterario itinerante e aperto, rivolto non solo al quartiere ma alla città intera.
Perché domenica davvero si aveva l’impressione di vivere qui in un’isola felice, e si sono sprecati i riferimenti a Parigi, New York, persino a Dubai. Ma a noi piace pensare che l’Isola non sia solo una nota stonata nella cittadina che aspira a sentirsi una metropoli, ma piuttosto un nuovo modo di pensare e di progettare Milano, una Milano che cresce a ritmo di musica e di poesia, all’ombra degli alberi e non dei grattacieli.
Un grazie particolare a Martina e Gabriella, inviate speciali per il Festival Jazz