Non è tutto cromato quello che luccica. Da qualche tempo quello spicchio di Isola lungo un isolato in via Thaon de Revel si è messo decisamente in moto, con grande gioia dei centauri ma anche con qualche dolore per i residenti, trovatisi in pochi mesi letteralmente sotto assedio dal cosidetto motoquartiere.
Vecchie bicilindriche con allestimenti ridotti all’osso, caschi jet aerografati con grafiche anni Settanta, giacche in pelle sdrucite ad arte. Tutto esposto in vetrine allestite con la cura maniacale dei set di moda: centoventi metri di paradiso per gli amanti delle due ruote in stile vintage, che qui possono trovare di tutto, dalle moto customizzate ad hoc all’abbigliamento fashion, biciclette e persino tavole da surf. E poi ancora caschi, giubbotti, selle, ricambi tra i migliori al mondo, bar e ristoranti, clubhouse e boutique, e per finire un teatro da 70 posti: un punto d’aggregazione per motociclisti e non, dove è possibile trascorrere alcune ore all’interno di un progetto vintage a 360 gradi.
Tutto è nato e avanza sulla spinta di Officine Mermaid che, giunto 4 anni fa al civico 4 di via Thaon de Revel con un’officina dove si aggiustono e si customizzano motociclette, ha pian piano colonizzato questo tratto di via vecchia Milano, aggiungendo prima un negozio di abbigliamento e accessori, acquisendo poi il vecchio Barcycle 134, dove i tavolini si contendono lo spazio con le motociclette, e richiamando in zona, all’ex spazio Revel, il mitico Deus ex Machina, il marchio australiano di café racer, customizzazione e life style che ha aperto proprio qui la sua prima sede europea, dopo Sydney, Bali e Venice, in California: un vero e proprio tempio del prodotto artiginale e dei materiali pregiati, rigorosamenti fuori moda ma irresistibilmente trendy.
Al progetto del motoquartiere hanno aderito anche Desiderio Pavoni, Derio per gli amici, che ha lasciato il suo vecchio negozio di abbigliamento cult (Vanson, Lewis Leathers e Stewart) per aprirne uno tutto nuovo al civico 3, insieme al Dennis KD House, dove colazione, lunch e aperitivo hanno il sapore on the road dell’America più profonda, e Claudio Calestani, artista di monili in argento e di cinture uniche, realizzate in pelle di squalo, iguana, razza, canguro, cobra e addirittura leone (per gli amanti del genere crocodile dundee), al civico 4.
Ma anche i duri delle due ruote hanno appettiti e voglia di far baldoria, perciò il motoquartiere si sta organizzando anche da questo punto di vista. Accanto al Deus ha aperto il Deus Cafè, aperto 7 giorni su 7 dalle 9.30 alla una (fino alle 2 durante il week end), e stanno per aprire nello stesso cortile un barbiere dal gusto anni 30 e un club-theatre per spettacoli pubblici ed eventi privati, sempre targato Mermaid. Ed è proprio qui che il paradiso dei moticiclisti si trasforma nell’Inferno delle persone che invece al motoquartiere ci vivono e ci tornano la sera per riposare dopo una giornata di lavoro e di impegn quotidiani.
Perché le moto, si sa, son belle ma anche parecchio rumorose, soprattutto questo tipo di motociclette. Se poi ci metti i locali, gli eventi e la musica a tutto volume la cosa si può far davvero complicata. Chi conosce l’ex Scalo Revel può immaginare cosa significhi in un luogo simile un locale aperto fino a tarda ora tutte le notti, soprattutto d’estate quando la gente non ha voglia di star rinchiusa e si riveresa sulle terrazze e nel cortile senza preoccuparsi troppo di quelli che stanno intorno. Mentre fuori, tra una sgasata e l’altra, si fan due chiacchiere e due risate prima di ripartire verrso casa non senza aver fatto prima due o tre giri del quartiere per prendere un’alta boccata di libertà.
Inevitabilmente quindi son partiti gli esposti dei residenti, che non si rassegnano al fatto che la libertà dei centauri di divertirsi scippi la loro libertà di godersi il sacrosanto riposo. L’Isola non è considerata ancora una zona classica di movida, forse perché fino ad ora i disagi sono stati davvero contenuti, ma questo caso del tutto particolare di “conquista” di una via da parte di un unico gruppo di interessi a tema è caso davvero più unico che raro.
Prima che la disputa si trasformi in guerra, c’è da chiedersi come sia possibile che un cortile chiuso su cui si affacciano tante abitazioni possa diventare un tale concentrato di attività commerciali e locali notturni senza che ci sia una regola efficace a salvaguardia della quiete pubblica. Ma c’è anche da chiedersi come tante teste pensanti non arrivino a comprendere che con un po’ di rispetto ad attenzione di potrebbero far convivere attività economiche e salute pubblica. Perché a tutti piacciono le moto, ma quando te ne trovi diverse centinaia tutte rombanti sotto casa tua molti sono tentati di cambiare idea.
In benzin veritas.