E’ sotto gli occhi di tutti come l’Isola si sia risvegliata completamente trasformata dal lungo torpore pandemico. Sembra anzi di essere stati proiettati in un altro quartiere della città.
L’uso comune degli spazi pubblici è stato completamente stravolto. I dehor privati occupano ormai dovunque le aree pubbliche – carreggiate, parcheggi, aiuole e marciapiedi – un tempo riservate alle automobili e ai pedoni. Le biciclette si sono trasferite anch’esse sui marciapiedi perchè, si sostiene, la viabilità del quartiere è un disastro. Ma al tempo stesso ci si lamenta perchè si stano facendo troppe ciclabili, che tolgono spazio alle macchine sulla carreggiata.
I gestori dei locali si vantano di scoraggiare in questo modo l’uso dell’automobile (quelle dei residenti ovviamente, che non hanno più modo di posteggiare), salvo poi utilizzare le stesse e i passi carrai dei condomini come loro parcheggi personali e dei loro clienti. Intanto i pedoni fanno lo slalom tra i tavoli, i monpattini elettrici mollati ovunque, gli escrementi dei cani e degli umani che di notte li utilizzano come una immensa toilette a cielo aperto.
Bande di adolescenti spadroneggiano e vandalizzano a destra e a manca terrorizzando i passanti, orfani della scuola in presenza e delle attività sportive che l’anno scorso sono state quasi azzerate dall’emergenza.
La notte poi l’Isola diventa terra di nessuno. Delle vere e proprie orde barbariche calano ogni sera nelle nostre strade facendone una latrina chiassosa a cielo aperto, senza nessun rispetto per chi ci vive. Musica e urla – anche improvvisati spettacoli hard – fino a tarda notte in barba a chi vorrebbe dormire e che si ostina a chiamare le forze dell’ordine, ormai diventate una specie di leggenda metropolitana: nessuno infatti le vede mai. E sapete perché? Da quello che ci dicono in orario notturno ci sono, udite udite, solo 4 pattuglie – 4! – in servizio in tutta la città. Sempre che esistano veramente.
In questo idilliaco scenario che ci proietta direttamente verso le elezioni comunali, ancora si sventola la bandiera della “città a 15 minuti”, a misura d’uomo, quando in realtà di servizi sotto casa non è rimasta poi una grande scelta. Qui da noi l’unica cosa che resta fare, dopo la chiusura di tante piccole attività, è uscire a bere e a mangiare. Tutti i giorni, a qualunque ora, in continuazione come se non ci fosse un domani, e senza troppi riguardi per la qualità. Un consumismo del Pantoprazolo a senso unico, che privilegia un’economia monosettore in cui ogni attività commerciale e culturale viene sacrificata allo stomaco.
Intanto, di fianco a un numero sempre crescente di quartieri che vivono questa quotidiana invasione cafona, continuano a esistere realtà più degradate che trarrerebbero invece grande beneficio da una movida moderata che le renda di sera più vivibili e sicure, un po’ come è successo qui da noi agli albori della rasformazione. Certo però occorrerebbe una visione strategica della città molto diversa da quella che abbiamo visto finora.
Ci sorge legittimo un dubbio: allora era questo il modello Milano di cui si è tanto parlato? Perché nel caso noi non avevamo proprio capito niente. Diversamente, ai candidati alle elezioni comunali e del Municipio – che sono tantissimi nel nostro quartiere – chiediamo un po’ di coerenza tra i procalmi e la politica attiva: perché se è la città a 15 minuti quella che vogliamo, allora non siamo noi quelli che non hanno capito nulla.
Che messaggio di parte, politicizzato. Vergognoso. I piccoli negozi non chiudono per colpa delle piste ciclabili e dehors ma perché chi oggi si lamentava dei locali NON ci faceva la spesa. La frutta la comprano ad Esselunga e dal ragazzo egiziano al mercato e non dal fruttivendolo. Le cartolerie chiudono perché la gente compra su Amazon. Era un quartiere squallido con viados appostati apertamente, oggi è un quartiere cool, più sicuro e divertente. Esci col cane a qualsiasi ora. Evitare discorso politici, davvero di basso livello. Se non hai posto dove mettere la macchina, non gravare su di me che ho fatto sacrifici per tenerla in un box. Saluti.
Se la civiltà delle persone è una questione di basso livello, prendiamo allora il tuo commento come un gran complimento 🙂 E nel caso non lo sapessi, il quartiere era molto più “cool” prima che tu arrivassi e ti comprassi il box. Saluti