Per prima ci ha creduto Greta, che solo qualche anno fa sedeva in solitaria fuori da scuola con un cartello in mano, e che ora mobilita folle in ogni parte del mondo per la salvaguardia del clima e del pianeta. Perché quel mondo, così grande e oggetto di tanti e potenti appetiti meritava una chance di essere salvato. Greta ha pensato in grande, e in grande è riuscita ad operare.
Qui all’Isola invece una manciata di ragazzine ha deciso di salvare una libreria. Che non è solo una piccola attività commerciale di quartiere, ma uno dei centri culturali (non solo per ragazzi) attorno al quale ruota il microcosmo dell’Isola.
A fronte di un canone d’affitto praticamente triplicato, le libraie Elena e Debora si erano infatti viste costrette a rinunciare alla loro storica sede e a cercare uno spazio altrove, lontano dall’Isola. Perché per quanto bene possa lavorare una libreria, non avrà mai un fatturato pari ad un pub o un ristorante, e quindi stare al passo i costi che deve affrontare un’attività in un quartiere modaiolo come questo.
Così Alma R., Marta, Margherita, Viola, Anna e Alma P. , studentesse della scuola media Govone e giovanissime fondatrici del Dafne club – club di lettura con un blog curatissimo per i ragazzi – hanno preso l’iniziativa. Un pomeriggio si sono presentate fuori dalla loro scuola e da quella elementare chiedendo a tutti di firmare una petizione per salvare la libreria. Hanno poi lanciato la petizione anche online – raggiungendo al momento in cui scriviamo più di 2300 firme- e hanno scritto al sindaco Sala chiedendogli aiuto.
Aiuto non solo per la libreria che rischia di chiudere, ma che comunque potrebbe anche semplicemente trasferire la propria attività altrove. Ma soprattutto aiuto per questo quartiere, che in pochi anni a causa della salita vertiginosa dei costi ha visto sparire buona parte dei suoi negozi di vicinato trasformandosi in una enorme pizzeria a cielo aperto, e che ora rischia di perdere ad uno ad uno anche i suoi piccoli presidi di resistenza culturale.
Tutto il quartiere in realtà si sta mobilitando. Non solo perché siamo tutti legati da rapporti anche personali con le librarie del nostro quartiere, o perché rischiamo di perdere un comodo negozio per l’acuisti di libri e cartoleria sotto casa. Ma soprattutto perché sentiamo la necessità di dove dare ancora una speranza alla cultura in un mondo sempre più materiale. Speranza al nostro quartiere che da anni tenta di difendere il tuo tessuto sociale con tutti gli strumenti che ha disposizione. E ancora la responsabilità di dover dare fiducia alle giovani generazioni, che giustamente non ammettono limiti alle loro ambizioni solo perché realizzare quel qualcosa “non è facile”.
E lo facciamo anche per noi, perché in fondo diciamocelo, sotto sotto lo sappiamo che solo i ragazzi e le ragazze oggi hanno la forza e il coraggio di lottare per salvare il mondo. E sono di fatto la nostra unica speranza.