Il nostro è probabilmente il quartiere con la più alta densità di traffico di macchine fotografiche di Milano. Non credo esista in città un quartiere privo di monumenti celebri più fotografato del nostro, per i grattacieli certo, ma soprattutto per le case, le strade, e per la gente.
I percorsi fotografici a Isola possono essere numerosi e suggestivi. A noi è piaciuto particolarmente il progetto di Giulio Di Meo che recentemente vi ha organizzato, in collaborazione con Witness Journal, diversi workshop di fotografia sociale parte di un progetto fotografico più ampio, avviato ormai da qualche anno, il cui obiettivo è quello di raccontare i quartieri di Milano protagonisti nel corso degli ultimi anni di forti trasformazioni territoriali e sociali.
Abbiamo seguito Giulio e i suoi ragazzi durante l’ultima sessione del corso per farci raccontare cosa li ha spinti a portare le loro macchine fotografiche fin qui e cosa hanno preferito immortalare con i loro obiettivi. Ma soprattutto per capire una volta di più come “ci vedono” gli altri.
Abbiamo anche chiesto a Giulio una dritta per per tutti coloro che si stanno avvicinando al reportage sociale: “Innanzi tutto farlo con passione verso le persone; essere disponibili e aperti verso il prossimo è la cosa che apre le porte anche fotograficamente. Io consiglio sempre di usare la macchina fotografica come una scusa per entrare nella vita degli altri, è la cosa più bella che offre la macchina fotografica. Poi prendersi tanto tempo, perché per approfondire un tema c’è bisogno di stabilire una relazione con le persone, c’è bisogno di entrare nei luoghi che sono importanti per una storia. E questo non è possibile farlo con i minuti contati”.
Una prima mostra delle fotografie realizzate nel corso del workshop è stata allestita nell’ottobre 2015 al Circolo Arci Metissage, che li ha ospitati durante l’intero percorso. Le tre gallery sono visibili sul sito personale del fotografo. Di seguito riportiamo le immagini dell’ultima edizione che si è svolta lo scorso aprile.
