Visto che siamo quasi a metà marzo, ho deciso di non “raccomandare” un libro, ma di descrivere un percorso, con alcuni testi, che ci porterà al 25 aprile. Premetto che il mio percorso sarà narrativo e personalissimo.
Tanto per iniziare fatemi ricordare e consigliare Mario Rigoni Stern (Asiago 1921 – Asiago 2008) e il suo “Sergente nella neve”: si tratta di un testo biografico dove si racconta della sua esperienza di guerra nella campagna di Russia. Amo molto la sua scrittura essenziale, priva di retorica e colma di umanità. Rigoni è un uomo retto.
Passiamo in Francia e, leggiamo “Il silenzio del mare” di Vercors. Vercors è il nome di battaglia clandestino di Jean Bruller (Parigi 1902 –Parigi 1991), già noto non come scrittore ma come disegnatore. Durante la guerra fu attivo nella lotta contro i nazisti e fu il fondatore delle “editions de minuit”, casa editrice clandestina che pubblicò le maggiori opere letterarie della resistenza francese. Libro con un bellissimo respiro narrativo. Il risvolto di copertina dice …”fu diffuso in Francia come libro clandestino (1941) sotto l’occupazione tedesca”… ed …”è la storia della muta resistenza che fu la prima forma di opposizione francese all’invasore tedesco”… Questo libro è collocato nel mio scaffale delle “chicche” dove ripongo le emozioni.
Rimaniamo ancora in Francia con Romain Gary (Vilnius 1914 – Parigi 1980) e la sua “Educazione europea”. Questo è proprio un romanzo che si dipana in tutta L’Europa e racconta la formazione politica e morale di un adolescente che sceglie di combattere nelle file della resistenza. Che dire di Gary? Io amo quasi tutti i suoi libri: scrittura, descrizione, trama, può spaziare dalla banlieue parigina all’Africa, dall’autobiografia al reportage e….ti tiene incollata al libro. Forse non è un caso che sia stato l’unico scrittore a vincere due Goncourt.
Ora andiamo negli Stati Uniti da Katherine Kressmann Taylor (Portland 1903 – Portland 1996), con “Destinatario sconosciuto”. Settanta pagine – udite, udite – scritte nel 1938, “dove si anticipa con chiaroveggente lucidità gli orrori dell’olocausto”. Il racconto è proposto come carteggio fra i due protagonisti: un tedesco e un ebreo americano soci in affari e amici fraterni. Tensione, dolore e rabbia si sviluppano in queste poche pagine. Da leggere!
Torniamo in Italia e dirigiamoci verso est dove troviamo Franco Vegliani (Trieste 1915 – Malcesine 1982) con “La Frontiera”. Ecco come Claudio Magris ha presentato il romanzo:”Uno dei libri più belli della letteratura triestina del dopoguerra, ricco di malinconia e di asciutta poesia. Una frontiera divide due mondi, ma è diversa da entrambi, e non contiene altra speranza e altro dovere che il suo imperativo: varcare, separare, separarsi.”
Termino con un saggio scritto da Bruna Peyrot, storica delle culture, il libro si intitola “Il matto della resistenza”. Perché un saggio, in questo elenco di romanzi? Il motivo di questo inserimento è dovuto al fatto che Bruna racconta, da una parte, la storia del padre partigiano e dall’altra riflette sul significato di resistenza oggi. Vi riporto la quarta di copertina: “Sono molte le resistenze oggi in atto nel mondo. Difesa dei diritti umani, della propria terra, delle antiche culture indigene, delle lingue che spariscono al ritmo di oltre dieci l’anno, delle minoranze religiose, delle opposizioni politiche ecc. Si tratta di una diffusa resistenza di demo-diversità in ogni ambito, dall’ambientale al politico, che individua, nella dignità delle differenze, una risposta a quella globalizzazione che rende uguali, non di fronte alla legge, bensì, e solo per chi può, di fronte al consumo”. Scrittura bella, scorrevole e contributo alla riflessione per la nostra generazione.
In conclusione, facciamo che il 25 aprile non sia un giorno vuoto …”perché non c’è modo migliore per dimenticare qualcosa che commemorarla” (Alan Bennet, “ Gli studenti di storia”, piccola biblioteca Adelphi, pagg. 178 € 12,00).