Presto all’Isola il tempo potrebbe scorrere in modo diverso rispetto al resto della città. Che vivessimo in un quartiere particolare ce ne eravamo già accorti da un po’, ma una gestione del tempo tutta per noi proprio non ce la potevamo aspettare. Eppure è proprio quello che ci ha promesso ieri l’assessora Tajani con un’intervista a Repubblica.
Rifare la carta d’identità durante la pausa pranzo, far la spesa di notte, bambini all’asilo anche nel tardo pomeriggio o in orario serale, poter lavorare da casa alcuni a giorni a settimana, e tutto senza negare alcun diritto a nessuna categoria di lavoratori. Tutto questo potrebbe non essere più un sogno proibito.
Pensateci. Il tempo è un fattore decisivo di elevamento della qualità della vita, nonché una risorsa sempre più scarsa e preziosa. Ci scopriamo sempre più dissociati: da un lato vorremmo una giornata di 48h ore per riuscire a fare e a conciliare tutto, e nel contempo brevissima perché dopo tutti quei salti mortali non si vede mai l’ora di andare a dormire.
Che ci sia qualcosa che non va ce ne siamo accorti già da un po’. L’approvazione della legge “Per sostenere la maternità e la paternità e per armonizzare i tempi di lavoro, di cura e della famiglia”, ha obbligato le amministrazioni comunali con più di 30.000 abitanti a dotarsi di un ufficio tempi, con il compito di coordinare gli orari di scuole, negozi, uffici. Il Comune di Milano è stato tra i primi in Italia a dotarsi di un Piano regolatore degli orari e a sviluppare politiche temporali urbane.
Ma diciamoci la verità, dal 1994 ad oggi i risultati non sono stati evidentissimi. Gli orari delle scuole e dei servizi sono rimasti incollati ad una organizzazione della società tradizionale, basata essenzialmente sul “lavoro da ufficio”, che funziona abbastanza per i lavoratori 8-17, ma per tutti gli altri si trasformano in un calvario. E gli altri sono tantissimi e sempre in crescita. Una città è vivibile e accogliente, quanto più agli uomini e alle donne che ci vivono e lavorano di conciliare tempo di lavoro, cura e della famiglia e tempo per sé.
Ora pare si voglia tentare un’accelerazione. L’assessora Tajani ha annunciato un piano sperimentale che verrà adottato nel corso del 2019 proprio all’Isola, per studiare le esigenze della popolazione residente e poi applicare, con la collaborazione di aziende e commercianti dell’area, delle politiche che vadano incontro ai cittadini. Cioè noi. In sostanza, una città progettata sulle 24 ore, ma per i servizi, non per le persone.
E la movida? beh, se tante attività potranno essere svolte anche a tarda sera, perché non andare a far baldoria di giorno? Evviva le folli mattine dell’Isola!
L’articolo di Repubblica è stato postato sulla pagina facebook di Cristina Tajani.
Per chi volesse approfondire queste tematiche, può consultare il libro Francesca Zajczyk, docente di Sociologia Urbana presso l’Università Bicocca nonché ‘stratega’ pro bono del Comune di Milano, Tempi di vita e orari della città. La ricerca sociale e il governo urbano